Perchè la PMA può fallire?
A volte concepire, nonostante un programma di fecondazione assistita (PMA), può essere un problema, perché sul buon esito dell’impianto possono intervenire diversi fattori – quali squilibri ormonali, un elevato stato infiammatorio, un’eccessiva risposta immunitaria a un corpo estraneo (l’embrione fecondato) – contribuendo ad alterare le ottimali condizioni dell’endometrio, cioè la mucosa che riveste internamente l’utero, ad accogliere l’embrione, farlo maturare e portare così a buon fine la gravidanza.
Oggi ciascuna di queste possibili e potenziali condizioni di insuccesso della PMA possono essere efficacemente diagnosticate e, con esse, anche la terapia più adatta per riportare l’endometrio alla normalità. Il tutto è possibile grazie a un esame ambulatoriale poco invasivo, minimamente doloroso e che non richiede anestesia: si attua, infatti, su un campione di mucosa (una biopsia tissutale) dell’endometrio che può essere prelevata nel corso della visita ginecologica, da un medico specializzato in PMA.
A cosa serve il test?
Si chiama EGEA test ha l’obiettivo di “fotografare” ed eventualmente correggere la ricettività dell’endometrio (modulando la terapia farmacologica ormonale e immunitaria) affinché il transfer avvenga nelle migliori condizioni possibili, aumentando quindi le probabilità di gravidanza per la donna, indipendentemente dall’età. E’ un test genetico che studia l’Rna, in particolare l’espressione di 30 specifici geni, i più importanti nel processo di fecondazione, alcuni dei quali sono indice della qualità del lavoro dell’endometrio e gli altri delle possibili cause dei fallimenti, anche multipli, dell’impianto. Si tratta di informazioni preziose, fondamentali, per avere una visione chiara di come l’endometrio si sta comportando in quel determinato momento e di come eventualmente intervenire terapeuticamente ricreando le migliori condizioni possibili affinché l’endometrio possa recepire e quindi impiantare l’embrione.
Quando fare il test?
In funzione della capacità e potenzialità diagnostica, il test è indicato a quelle donne che devono effettuare o che stanno seguendo un percorso di fecondazione in vitro e, soprattutto, a coloro che hanno già effettuato diversi tentativi (almeno un paio) di impianto non andati a buon fine.
Si ricorda che il test non predice il buon successo della PMA, ma suggerisce le modalità più adatte affinché essa avvenga nel migliore dei modi e con le maggiori garanzie.